Condividiamo il messaggio di don Julián Carrón in occasione della salita al cielo di don Luigi Valentini e che ci aiuta a riconoscere la grazia di cui siamo stati testimoni negli anni di amicizia con lui.
"Carissimi amici,
la lunga storia di don Luigi Valentini dentro la grande compagnia del movimento, nelle Marche e in Brasile, è il segno della sua fedeltà a Dio all’incontro con don Giussani, che gli aveva rivoluzionato la vita. E soprattutto è il segno della fedeltà di Dio a lui; glielo sentii dire agli Esercizi dei sacerdoti del 2008, quando intervenne per parlare della «meraviglia che si desta in me in quest’ultimo tempo per come è fedele il Signore; fedele anche quando uno lo dimentica. Ho conosciuto il movimento nel 1965. Nel 1967, vivendo la vita del movimento, in maniera misteriosa ˗ ancora non so la spiegazione – mi sono trovato a fare un viaggio in Brasile». Qualche tempo dopo ci ritornò come missionario e vi rimase molti anni, dando vita e sostenendo tante opere educative.
Tornato a Porto San Giorgio, nell’estate del 2008 ricevette la visita di Cleuza e Marcos Zerbini ˗ i nostri grandi amici di San Paolo ˗, che durante un incontro con la comunità dissero: «Voi non sapete il tesoro che avete per il fatto di aver incontrato il movimento». Don Luigi ricordava che il giorno dopo, ripensando a quell’incontro, disse a se stesso: «Ma guarda come Dio è fedele!».
Perciò in questa ora ˗ pur segnata dal dolore del distacco ˗ è la gratitudine a riempire il cuore davanti alle meraviglie che il Padre opera nella vita di chi cede all’attrattiva di Cristo. Credo che valgano anche per don Luigi le parole di don Giussani in piazza San Pietro il 30 maggio 1998: «Così per me la grazia di Gesù, nella misura in cui ho potuto aderire all’incontro con Lui e comunicarLo ai fratelli nella Chiesa di Dio, è diventata l’esperienza di una fede che nella Santa Chiesa, cioè nel popolo cristiano, si è svelata come chiamata e volontà ad alimentare un nuovo Israele di Dio. [...] Quello che poteva sembrare, al massimo, un’esperienza singolare diventava un protagonista nella storia, perciò strumento della missione dell’unico Popolo di Dio».
È a questa missione che siamo chiamati ˗ ciascuno personalmente e tutti noi insieme ˗. Domandiamo la semplicità del nostro amico giunto alla meta del suo cammino, per stupirci costantemente davanti ai segni della fedeltà di Dio nella nostra vita, così che la Sua presenza nel mondo brilli sui nostri volti."
don Julián Carrón
Milano, 5 marzo 2020